Giocarsi l'anima comprando un videogioco

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Bisogna sempre leggere le scritte in piccolo. Altrimenti comprando un videogioco si rischia di vendere l'anima.


La notizia è di quelle che fanno sorridere: alcune migliaia di acquirenti comprano online un videogioco e, navigando tra le schermate e le clausole di accettazione del servizio, procedono all'acquisto senza accorgersi di aver venduto la propria anima, anzi di averla ceduta a titolo gratuito.

La pagina dei Termini e Condizioni d'Uso specificava anche "Ci riserviamo il diritto di far avere detta notifica in lettere di fuoco alte 6 (sei) piedi, ma non ci assumiamo alcuna responsabilità per alcuna perdita o danneggiamento causato da un tale atto".

"Se voi a) non credete di avere un'anima immortale, b) l'avete già consegnata a una terza parte, o c) non volete assegnarci tale licenza, vi preghiamo di cliccare sul link seguente per rendere nulla questa clausola e procedere con la transazione".

La pensata era nata per il classico "pesce d'aprile", restando però online nei giorni seguenti. Lo scherzo ha però un risvolto non da poco: dei 7500 acquirenti che hanno ceduto volontariamente la propria anima, praticamente nessuno si è lamentato, incuriosito, ha segnalato la cosa chiedendo spiegazioni.

Verosimilmente hanno tutti seguito il succedersi delle schermate per concludere l'acquisto senza leggere le clausole che andavano accettando.

È vero che la licenza d'uso che occorre accettare è lunga da leggere, non sempre facile da comprendere appieno e quasi tutti cliccano su "I agree" senza porsi problemi.

Ma sarebbe bene comprendere cosa si accetta e non solo in ambito software. Questa volta si è solo "venduta" la propria anima, la prossima potrebbe esserci un costo più rilevante nascosto tra le pieghe di ciò che "I agree".


La storia è stata divulgata nei giorni scorsi da FoxNews, cui è stata rivelata dall'autore stesso della burla, perché naturalmente di burla si tratta.


La società Game Station ha infatti aggiunto una piccola clausola al contratto che gli acquirenti via web dovevano sottoscrivere: "Facendo un ordine attraverso questo sito Web, nel primo giorno del quarto mese dell'anno 2010 Anno Domini, acconsentite a garantirci un'opzione non trasferibile a entrare in possesso, ora e per sempre, della vostra anima immortale".


"Qualora dovessimo decidere di esercitare quest'opzione, acconsentite a consegnare la vostra anima immortale, e i diritti che avete su di essa, entro 5 (cinque) giorni lavorativi dalla ricezione di una notifica scritta da parte di gamestation.co.uk o da uno dei suoi tirapiedi debitamente autorizzati".


La pagina dei Termini e Condizioni d'Uso specificava anche "Ci riserviamo il diritto di far avere detta notifica in lettere di fuoco alte 6 (sei) piedi, ma non ci assumiamo alcuna responsabilità per alcuna perdita o danneggiamento causato da un tale atto".


"Se voi a) non credete di avere un'anima immortale, b) l'avete già consegnata a una terza parte, o c) non volete assegnarci tale licenza, vi preghiamo di cliccare sul link seguente per rendere nulla questa clausola e procedere con la transazione".


La pensata era nata per il classico "pesce d'aprile", restando però online nei giorni seguenti. Lo scherzo ha però un risvolto non da poco: dei 7500 acquirenti che hanno ceduto volontariamente la propria anima, praticamente nessuno si è lamentato, incuriosito, ha segnalato la cosa chiedendo spiegazioni.


Verosimilmente hanno tutti seguito il succedersi delle schermate per concludere l'acquisto senza leggere le clausole che andavano accettando.


È vero che la licenza d'uso che occorre accettare è lunga da leggere, non sempre facile da comprendere appieno e quasi tutti cliccano su "I agree" senza porsi problemi.


Ma sarebbe bene comprendere cosa si accetta e non solo in ambito software. Questa volta si è solo "venduta" la propria anima, la prossima potrebbe esserci un costo più rilevante nascosto tra le pieghe di ciò che "I agree".

La pagina dei Termini e Condizioni d'Uso specificava anche "Ci riserviamo il diritto di far avere detta notifica in lettere di fuoco alte 6 (sei) piedi, ma non ci assumiamo alcuna responsabilità per alcuna perdita o danneggiamento causato da un tale atto".

"Se voi a) non credete di avere un'anima immortale, b) l'avete già consegnata a una terza parte, o c) non volete assegnarci tale licenza, vi preghiamo di cliccare sul link seguente per rendere nulla questa clausola e procedere con la transazione".

La pensata era nata per il classico "pesce d'aprile", restando però online nei giorni seguenti. Lo scherzo ha però un risvolto non da poco: dei 7500 acquirenti che hanno ceduto volontariamente la propria anima, praticamente nessuno si è lamentato, incuriosito, ha segnalato la cosa chiedendo spiegazioni.

Verosimilmente hanno tutti seguito il succedersi delle schermate per concludere l'acquisto senza leggere le clausole che andavano accettando.

È vero che la licenza d'uso che occorre accettare è lunga da leggere, non sempre facile da comprendere appieno e quasi tutti cliccano su "I agree" senza porsi problemi.

Ma sarebbe bene comprendere cosa si accetta e non solo in ambito software. Questa volta si è solo "venduta" la propria anima, la prossima potrebbe esserci un costo più rilevante nascosto tra le pieghe di ciò che "I agree".

Articolo tratto da Zews News

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